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Ripartire dalla strada. Modena street

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L’Italia, si sa, è un Paese ricco di contraddizioni, specie quando ci si addentra nel campo della memoria, dello spazio pubblico e della cultura. Tali controsensi toccano fortemente la Street Art, che sta vivendo in un territorio liminare tra forme di legittimazione istituzionale da una parte e molta incomprensione e disinformazione dall’altra.
Il festival Icone torna in una Regione che, dopo il terremoto del maggio 2012, è inevitabilmente diversa rispetto alle precedenti edizioni, e lo fa nella consapevolezza che, oltre alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale, serve anche investire in interventi di sensibilizzazione. Parlare a tutti, per le strade: mantenere vivo l’interesse, giorno dopo giorno.
Ed è proprio quello che sta avvenendo a Modena, con la galassia di eventi che finisce sotto il nome di Icone 5.9, iniziativa promossa dall’associazione Fuori Orario e dalla Galleria D406, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune e della Provincia.

L’edizione di quest’anno è stata pensata dagli organizzatori, Andrea Losavio e Pietro Rivasi, in maniera ramificata sul territorio, coinvolgendo ben dieci Comuni limitrofi a Modena: Bomporto, Camposanto, Bastiglia, Carpi, San Prospero, Medolla, San Felice sul Panaro, Cavezzo, Rovereto di Carpi e Finale Emilia. All’appello degli organizzatori, gli artisti hanno risposto in maniera corale (sono più di venti) e le amministrazioni locali hanno offerto spazi demaniali per gli interventi.
L’articolato programma prevede anche un incontro con esperti del settore (Vie dell’Arte; tenutosi lo scorso 31 maggio) e due collettive con disegni e installazioni, ospitate nella Galleria D406 di Modena (con inaugurazioni l’8 e il 29 giugno). Gli artisti invitati sono internazionali, e di tutto rispetto; tra loro, lo spagnolo Escif, Herbert Baglione dal Brasile, Bastardilla dalla Colombia, oltre ai principali artisti italiani, come Ozmo, Ericailcane, 108, Dem, Aris, Moneyless, 2501, Mr Fijodor, Paper Resistance, Etnik, Corn79, Laurina Paperina e molti altri.
Icone 5.9 può avere allora una duplice lettura, quella di intervento per la comunità, all’insegna della memoria e dell’impegno civico, ma può anche essere un’occasione per ribadire quanto Street Art e Writing possano fare per riqualificare gli spazi urbani e sociali.

Basta rileggere alcuni dei recenti interventi su Artribune (a firma di Claudio Musso) per capire l’altro corno della questione, ovvero quanta disinformazione avvolga ancora la Street Art, spesso demonizzata dai media nazionali che confondono l’atto vandalico dello sconosciuto con l’opera artistica dell’autore a tutto tondo. Modena può essere allora un esempio di collaborazione per ripartire, con arte.

Elena Tonelli

www.icone59.it


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